Suonavo ancora in una di quelle sale prova aventi una superficie più o meno pari a un loculo al cimitero di Ventimiglia. Imparai subito cosa si doveva temere ancor più di un gruppo metal irsuto nel turno precedente al tuo: un batterista fresco di ritorno dalla Fiera dell’aglio. Al secondo pezzo suonato, l’aria aveva lo stesso odore del “napalm al mattino”. L’anno successivo decisi di andare con lui a Vessalico. Atletici assaggiammo bruschette, pasta con l’aglio e pesci marinati con l’olezzante primizia. Tornammo appagati a suonare, ma la soddisfazione massima si dipinse sui nostri volti nel lasciare la sala prove al gruppo che avrebbe suonato dopo di noi.
mar 02.07