Goldie

“Ricordo l’ultima volta che ho visto Goldie a Milano…” potrebbe essere un buon inizio per questo articolo. Il problema è che di quella serata l’alcol ha lasciato ben poco impresso nel tessuto neurale della mia calotta cranica. Solo due immagini non sono scivolate via con i copiosi vodka lemon: il mio sorriso estatico, quanto ebete, riflesso nello specchio del bagno e una masnada di giovani zampettanti al ritmo ossessivo (e anche moderatamente compulsivo) della jungle sparata a tutto volume dal quasi quarantacinquenne pelato e con la dentatura a 24 carati. Checchenedica Björk, sua famosa e algida ex fiamma, l’inglese non ha la bellezza tra le sue migliori caratteristiche, ma lasciatelo libero a una consolle e capirete che, quando si tratta di far agitare il posteriore, l’estetica c’entra ben poco. Aspettatevi beat lanciati con la stessa voracità e velocità di un branco di piranha assatanati e ricordatevi l’istituzionale maglietta di ricambio, all’interno dello Spazio Maderna si crea il microclima tipico delle zone equatoriali. Ah, dimenticavo: se mi incontrate in bagno mentre mi specchio con un sorriso ebete stampato in faccia, lasciatemi stare… Va tutto bene. È solo l’alcol!