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Joy Orbison

31/10/2010, Tunnel Club, Via G.B. Sammartini 30, Milano

di Andrea Pagano

Ottobre 2009, Berlino. Richie Hawtin, conosciuto anche come “il ciuffo biondo”, viene defenestrato dalla security del Berghain, il club dell’avanguardia europea. Leggenda vuole che all’estromissione fossero addotte ingiurie come “Qui non sei più nessuno. O meglio, sei il passato”. Biennio 2009/2010, asse Londra - Berlino. L’ammiraglio Paul “Scuba” Rose, fondatore di Hotflush (etichetta seminale per il dubstep), rompe la “cortina di ferro” fra club inglesi e tedeschi, liberandosi dal fanatismo britannico e riversando flotte di techno sbilenca e dubstep chirurgica sulle spiagge del fermento creativo (ora stantio) di Berlino. Nasce Sub:stance, one-night che diventerà punta di diamante della programmazione del Berghain: il presente, e il futuro. Questa sera – deo gratias - dall'Hotflush arriva Joy Orbison e ci aggiornerà sulla situazione internazionale in materia di loopy voices e clubbing con la “C” maiuscola. Joy è la prova vivente che per entrare nell’olimpo dei nuovi dj non serve una densa discografia, basta un 12” (Hyph Mingo). D'oltralpe dicono che abbia un'attitudine eclettica ai piatti e che mixi con stile dubstep, techno, house e garage. Io, da buon cittadino europeo, mi aggrego nel pronostico.

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