La tovaglia è a quadretti, ma i colori sono quelli di Arlecchino. Anche in cucina, l’idea è molto simile: piatti tradizionali, con qualche ingrediente in più. Nei paccheri al pesto, la colatura di alici di Cetara; negli spaghetti alla chitarra, i pomodorini del Piennolo. Sapori presidiati da quelli del mangiar lento. Le lampade sono cesti rovesciati. L’atmosfera induce a indugiare. Lentezza o meno, ho parlato di jazz con Marcello fin oltre mezzanotte.
Trattoria della gloria
Via M. Pichi 5, Milano
di Arthur Cravan
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