La Fondazione Malutta assomiglia a un maremoto o a un forte temporale: sono fenomeni che si verificano sporadicamente, ma quando accadono lo scompiglio e grande, così come è grande la baraonda di colori, suoni e immagini che sono in grado di generare. 40 artisti, un’entità tumultuosa, una galleria, la Monitor, che da un paio d’anni ha deciso di „sacrificare“ le proprie mura per permettere alla Fondazione di liberare le proprie energie e, contemporaneamente, farle osservare al pubblico. In questa personale i maluttiani si sono ispirati al mito della Torre di Babele: «Il nome Torre di Babele deriva dal termine ebraico „balal“, „con-fondere“, e significa quindi torre della confusione». Altari pagani alti diversi metri, quadri alla rinfusa sulle pareti, vitalità.
Geschrieben von Hattori Hanzo