In un bianco e nero struggente per la sua impassibilità, decine e decine di fotografie disposte in una grande sala del primo piano della Triennale ci mostrano famiglie in posa, persone importanti della comunità di Scutari, foto segnaletiche di delinquenti, paesaggi urbani e rurali, fabbriche, inondazioni, celebrazioni e anniversari, studenti, ministri in visita, una donna coperta di stracci, a seno nudo, definita „donna povera“, e come era molto in uso i morti: una suora, una bambina, e il cadavere di Jup Karazi suicida.
La mostra, nata dalla collaborazione del MUFOCO, il mitico museo di fotografia di Cinisello Balsamo, con il Museo Marubi di Scutari, aperto nel 2016, e con la Triennale, è la selezione operata dal curatore Zef Paci di un archivio immenso, di 500.000 negativi che offrono un incredibile spaccato di un secolo di vita albanese, accumulati in gran parte grazie al lavoro di una dinastia di fotografi nata alla metà dell’800 da Pietro Marubbi, un piacentino, e poi dai suoi figli adottivi albanesi e dai nipoti. Le gare di nuoto a Durazzo del 1937 immortalate da Gege Marubi, Il primo spettacolo nel Club della gioventù nel 1967 (di Angjelin Neshati), e il Decimo anniversario della fondazione del partito. Consegna del bestiame e dei cereali all’occasione di questo anniversario a Scutari, di Pjeter Rraboshta, meritano una menzione particolare.
Geschrieben von Lucia Tozzi