Tre spettacoli in successione per conoscere o rivedere la Compagnia mantovana, un percorso di ben 11 anni racchiuso in tre lavori in cui file rouge è rappresentato dalle differenze, dalla paura del diverso, dallo scontro e dal conforto.

Se in „Animali da Bar“ assistiamo all’abbrutimento di un Occidente senza valori e carico di rabbia che cerca una rivincita nell’annichilimento e nell’alcol, in „Cous Cous Klan“ veniamo catapultati in un futuro distopico fatto di un’umanità socialmente instabile, carica di nevrosi e debolezze e scopriremo cosa saremmo disposti a fare per sopravvivere in un mondo iniquo, se fossimo al di fuori della recinzione che separa l’élite dalle persone in cerca di riscatto. In „Thanks for Vaselina„, invece, due improbabili coltivatori italiani di marijuana decidono di esportare la loro produzione in Messico in quanto gli Usa hanno deciso di bombardare le piantagioni del centro america per arginare il fenomeno ed “esportare la democrazia”.

Insomma, che si tratti di un muro lungo km, di bombardamenti dissennati o di rabbia e razzismo, il futuro messo in scena più che distopico comincia ad apparire molto reale mostrandoci come le peggiori pulsioni possano essere già parte del nostro presente.