La lunga chioma argentea, il volto scavato, il physique du rôle dell’artista maledetto, il fascino delle dita che corrono lungo i tasti bianchi e neri del pianoforte: Fabrizio Ottaviucci è tornato fra noi per l’ormai abituale appuntamento con il festival Romaeuropa. Straordinario interprete della musica contemporanea, lo abbiamo visto nel 2014 nello splendido contesto di Villa Maraini alle prese con l’integrale delle suite per pianoforte di Giacinto Scelsi, per poi approdare l’anno successivo a Palazzo Altemps con le sonate e interludi per piano preparato di John Cage.
Dallo scorsa stagione Romaeuropa lo pone di fronte alle partiture grafiche della „Treatise“ di Cornelius Cardew, di cui eseguirà oggi le pagine 20-40. Il programma comprende anche i „Keyboard Studies“ n.1 e n.2 di Terry Riley, massimo esponente del minimalismo americano, con cui Ottaviucci ha collaborato più volte.
Geschrieben von Carlo Cimmino