Supporti in cellophane, reti e vari materiali trasparenti. Non state entrando in un magazzino colorato e ordinato, ma piuttosto in un racconto sezionato di un’artista complessa. Jump-Cut to Eyeline-Match: Forgetting the Sound of Her Voice è la prima mostra italiana di Ala Dehghan (Teheran, 1982). A ospitarla è Otto Zoo in collaborazione con Maria Carpaneto Albani, che mette in mostra gli ultimi lavori dell’artista iraniana estrapolati, scomposti e rielaborati da un archivio prezioso fatto di materiali diversi – immagini ritagliate, pezzi di giornale, ricordi e oggetti di famiglia, garze – che Ala recupera tra Teheran e New York, città in cui vive e lavora. I lavori sono dunque dei collages molto elaborati e trattati con acrilico, luminoso glitter e altre pitture, e raccontano il rapporto che l’artista riesce a filtrare con un mondo non facile che le gira intorno: trasformazioni e perdite di un contemporaneo – politico e sociale – per nulla piacevole. Ala Dehghan seziona, modella e ri-crea tracce recuperate dalle cose di tutti i giorni, matchandole con visioni e allegorie.