“Strada di campagna, con albero. È sera.” È così che inizia uno dei testi più celebri del teatro occidentale, “Aspettando Godot”, una vera e propria istituzione con cui l’amante del teatro deve cimentarsi, da spettatore/spettatrice o da artista.
Theodoros Terzopoulos, fondatore dell’Attis Theatre e creatore di un metodo di recitazione studiato in ogni parte del mondo, porta al Teatro Vascello il suo “Aspettando Godot”, con Paolo Musio, Stefano Randisi, Enzo Vetrano, Giulio Germano Cervi, Rocco Ancarola.
Terzopoulos, che si è già cimentato nella regia di altri testi del grande autore irlandese, orchestra lo spettacolo con precisione e intensità, immergendoci in un’atmosfera quasi misterica, ctonia, nella quale gli attori restano intrappolati, fra coltelli insanguinati, scarpe e attese. Una messinscena cupa, asfittica, composta da forme geometriche che lentamente si aprono e si trasformano in simboli dell’iconografia cristiana in cui i protagonisti giacciono arresi, derelitti. E quel “niente da fare” dell’inizio del testo riecheggia alla fine più forte, quasi fosse la summa di una condizione umana perenne.
Geschrieben von Emilia Agnesa