C’è da chiedersi come faccia Headless Horseman a suonare con quella tendina di „capelli“ davanti agli occhi, corredata, come se non bastasse, di cappellino e cappuccio (nero) d’ordinanza. Evidentemente, oltre alla qualità di sapere elaborare una techno scura ma allo stesso tempo elegante e avvolgente, ha anche una vista bionica che gli permette di vedere oltre la materia. Il cavaliere nero torna a Roma forte del suo primo album uscito nel 2015 e di una acquisita sicurezza alle macchine in fase live.

Οἶδα però non si accontenta del solo „Senzatesta“ e per il suo secondo appuntamento piazza la vera chicca: il live di Peder Mannerfelt, un pazzo che flirta col noise e con visual che assomigliano ad incubi lisergici, come ha ben dimostrato all’Atonal dello scorso anno. Chi non viene si merita Lorenzo Fragola a Sanremo.