I live di Peaches hanno un qualcosa di selvaggio: la signorina Nisker è eccessiva, sfrontata, gioiosamente aggressiva… E orgogliosa di esserlo. Che indossi enormi vagine di gommapiuma in testa o qualche altro costume anatomicamente corretto, Peaches mette in scena se stessa e dissolve, ridicolizza e gioca con le concezioni di genere di quellichebenpensano, in uno spettacolo che è a metà strada tra una performance di queer theater e un concerto. A 50 anni compiuti rimane una delle performer più intense e coinvolgenti in circolazione – e l’ultimo show capitolino non ha fatto che ribadire questa evidenza: perché l’electroclash sarà passato di moda, ma Peaches no. Il suo perenne sorriso in faccia, la sua costante coerenza con se stessa e la pura, contagiosa energia che sprigiona urlando (mai con rancore, sempre con una disarmante gioia di vivere) sulle ritmiche ossessive che la contraddistinguono, hanno un qualcosa di terapeutico. Provare per credere.