La storia dell’arte, come tanti altri generi storiografici, è infarcita di luoghi comuni: tralasciando i più ovvi, quelli relativi a un’arte per lo più maschile, bianca e occidentale, ci sono quelli sulle arti applicate, ritenute spesso figlie di un dio minore. Il mito è stato ampiamente sfatato negli anni da diversi artisti contemporanei e tra questi un posto d’onore lo merita Maria Lai. I suoi „libri cuciti“ sono tra i suoi lavori più apprezzabili, soprattutto perché mi pare che riescano a ricongiungere diversi concetti: la sapienza manuale unita all’elucubrazione intellettuale pura, l’interconnessione fra trama (della scrittura) e trama (della tessitura), la correlazione fra geografia (una scienza dei tragitti) e destino. Filare, cucire, tramare: è quello che faceva Penelope alle spalle dei Proci lasciandoli in attesa per quattro anni grazie alla sua tela. Tessere, ricamare, appuntare: è il merito di queste Pagine con cui ripercorrere la carriera di una delle artiste italiane più amate nel Mondo.