Non è che il gin sia ’sta gran novità, anzi. Nonna per esempio non beveva molto, però nella vetrinetta, di fianco al vermut, teneva una bottiglia di Gordon’s per ogni evenienza: i limoni e la „soda“ in frigo non mancavano mai, e così era un attimo rinfrescarsi con un Gin Fizz. Un cocktail oggi magari desueto, eppure non era così anche per il gin tonic? E poi guarda cos’è successo: nuove distillerie di gin un mese sì e l’altro pure, toniche ottenute sulla Luna, gente per strada che parla di botanicals, tutti che vogliono andare al Gin Day. E nuovi cocktail bar a Milano dedicati esclusivamente al gin, oltre a quelli che col gin ci hanno sempre lavorato alla grande (vogliamo parlare del Negroni del Bar Basso, per esempio? O del Ginrosa del Gin Rosa, che poi «è un aperitivo e non un cocktail a base di gin»? E che dire del Gin Zen del Rita?). Quindi in questa classifica cerchiamo di fare un po‘ d’ordine, scegliendo 20 luoghi in maniera soggettiva e con tutti i rischi che andare in giro a bere comporta in quanto a memoria e affidabilità. Ma prima una curiosità su questo prodotto, che proviene «dalla distillazione di un fermentato di frumento e orzo in cui viene messa a macerare una miscela di erbe, spezie, piante e radici» (se volete saperne di più, vi rimando al sito Saperebere): i botanicals, tra cui le bacche di ginepro che gli danno il nome. Forse non tutti sanno che il gin (jenever) è nato in Olanda, anche se trova la sua massima diffusione in Inghilterra grazie a distillerie storiche come Plymouth, Tanqueray, Beefeater e Gordon’s (a ridaje!) che hanno reso negli anni il London Dry Gin il miglior amico del nostro fegato. La moda dei gin bar arriva invece dalla Spagna, o almeno così si dice al bar (Gin is the new vodka ©). Dove si è ancora indecisi sul distillato che sostituirà il gin nel cuore dei barman: i più audaci dicono tequila y mezcal, i più nostalgici rum. E se invece fosse un vino aromatizzato? Sta a vedere che alla fine aveva ragione nonna: vermut is the answer ©.