Un lato di San Lorenzo è delimitato dalle Mura Aureliane, dietro le quali scorrono parallelamente i binari che conducono alla vicinissima stazione Termini. Quel pezzo di cinta muraria è uno dei pochi luoghi di valore storico – insieme al cimitero del Verano e al Parco dei Caduti 19 luglio 1942 – presenti nel quartiere. Se si pensa che originariamente le mura furono costruite per difendere Roma da eventuali attacchi dei barbari, fa sorridere che oggi dai loro punti di avvistamento le uniche orde che si potrebbero scorgere siano quelle di studenti e fuorisede ubriachi e festanti. San Lorenzo è un quartiere relativamente giovane per la millenaria storia della Capitale – quasi come un teenager in bilico tra eccessi e fascinazioni ideologiche. Lo puoi trovare di giorno a capo chino sui libri nelle aule della Sapienza o nelle strade a manifestare in nome dell’antifascismo, la sera a sballarsi in Piazzetta tra bonghi, chitarre e birrette.
Osterie, locali, pub, minimarket bengalesi e bar dove bere e mangiare veramente a prezzi economici si susseguono ininterrottamente, intervallati da librerie, negozi di dischi, copisterie e onoranze funebri. È il quartiere “popolare” per antonomasia. Con una tradizione “rossa” ben radicata nelle fondamenta: sono ancora tanti i centri sociali e di aggregazione attivi che sorgono nelle sue strade. Nonostante ciò è pieno zeppo di contraddizioni. C’è lo spaccio e un’incuria civica sempre più crescente. Ma basta fare una passeggiata la mattina tra i banchi del mercato, come anche sostare una mezz’ora sotto il tetto di edera del Bar Marani, per cogliere quell’aria di paese e vicinanza umana che solo a San Lorenzo riesce a essere così pervasiva.