Cesare Marretti lo devo ringraziare per avermi sfamato con classe per tutta l’Università a Bologna, dove possiede alcuni ristoranti. L‘estroso chef toscano è sicuramente sinonimo di piatti gourmet, freschi, biologici e stagionali, senza eccedere in prezzi rocamboleschi, stravaganza e tante idee sempre in movimento. Superficiale è il suo primo locale a Milano, vicino al Bar Basso. Il tocco istrionico e pittoresco di Cesare è dappertutto. Cura in prima persona la riqualificazione di questo ex cinema, mantenendo alcuni particolari come gli stucchi alle pareti, il grande camino, i lampadari di modernariato.
Eclettico, vintage senza stancare e curato in ogni dettaglio, entrando qui si ha l’impressione di stare nel salotto chic della zia per bene. E ci piace. La forza di Marretti e dei suoi locali è proprio la formula con cui approcciarsi alla sua cucina. Prezzo fisso, menu a sorpresa diviso tra carne, pesce e vegetariano. A pranzo si può mangiare con 15 euro; a cena 3 portate 30 € mentre se si ha voglia di scoprire di più la cucina dello chef si possono ordinare 5 portate a 40 €. La domenica invece del brunch c’è l’hangover con la cucina aperta dalle 14 alle 18 (meno male).
Tutti gli ingredienti sono stagionali, coltivati nell’orto di Cesare; la farina è di tipo saragolla – con cui impasta una focaccia da overdose e la pasta – e proviene dai suoi campi in Sicilia. Mangiamo comodamente seduti su poltrone di velluto e la successione ci piace e convince: merluzzo sui crema di piselli novelli, raviolo di astice e la sua bisque, gambari rossi crudi con gazpacho, asparagi e fragole, orata e melanzana.
La ciliegina sulla torta? A fine cena vi verrà data una cartolina a testa che potete riempire con insulti, messaggi d’amore, di scuse a chi volete voi, indicando l’indirizzo. I ragazzi di Cesare ogni mattina si preoccuperanno di imbucarla per farla arrivare a destinazione. Io ne ho spedite tre. Nessuna d’amore.
Contenuto pubblicato su ZeroMilano - 2019-06-16