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ANTEPRIMA: i film di aprile da vedere al cinema

Tutto quello che avreste voluto sapere sulle uscite in sala ma non avete mai osato chiedere

Geschrieben von Emiliano Dal Toso il 28 März 2024

Tutto quello che avreste voluto sapere sulle uscite in sala ma non avete mai osato chiedere. Ovvero, la guida cinefila che vi aiuta a individuare quali sono i film del mese che non potete assolutamente perdere: quelli di cui si parlerà, quelli che vi faranno litigare con gli amici, quelli da vedere per non sentirsi fuori dal mondo, o anche sì.

 

TATAMI di Guy Nattiv e Zar Amir Ebrahimi
(esce il 4 aprile – durata 105 minuti)

Aprile si apre con il botto: il sorprendente Tatami rientra, di diritto, tra i film sportivi più potenti e importanti degli ultimi anni. I mondiali di judo in Georgia sono il teatro delle prove di forza e di coraggio di una ragazza iraniana e della sua allenatrice, ribelli alla richiesta e alle minacce del loro governo dittatoriale di ritirarsi dalla manifestazione per non incontrare l’avversaria israeliana. Un esemplare racconto di sport inteso come specchio delle condizioni civili, politiche e umane di un Paese, e come una delle pochissime vie di fuga possibili. Il miglior cinema di denuncia di oggi, attuale e senza etichette “politically correct”, diretto e interpretato con la rabbia e l’orgoglio di chi lotta per un mondo migliore.

CIVIL WAR di Alex Garland
(esce il 18 aprile – durata 109 minuti)

Destinato a far discutere e a essere una delle pellicole più rappresentative dell’America divisa che attende il prorompente ritorno di Donald Trump. Una distopia che racconta quello che rischia di diventare un Paese occidentale e democratico, vittima dei populismi e delle demagogie, nell’attuale assetto globale, non soltanto gli Stati Uniti: l’incubo di una nuova guerra civile come conseguenza della demonizzazione dell’avversario, dell’odio e della paura che comportano inevitabilmente il caos e la distruzione. Dopo il folgorante esordio sci-fi Ex Machina, Garland ha un po’ tradito le attese con Annientamento e Men. Ma adesso alza il tiro con un film che si candida a scuotere il pubblico e forse a scannarci l’uno contro l’altro.

BACK TO BLACK di Sam Taylor-Johnson
(esce il 18 aprile – durata 122 minuti)

Il timore più grande è che si tratti di un’altra versione edulcorata e fasulla di un’artista maledetta, esattamente com’è successo con il terribile Bob Marley – One Love, una specie di bigino puerile rivolto a chi non ha mai sentito parlare di Bob Marley. Anche perché un biopic su Amy Winehouse senza droghe, pillole, alcol e tormenti sentimentali, sarebbe come un film sui Rolling Stones dimenticandosi di groupie e Mick Jagger. A ogni modo, vogliamo crederci: dalle prime immagini, sembra che Marisa Abela abbia fatto tutto il possibile per impersonare in modo credibile la cantante di Rehab e Love Is A Losing Game. Ed è confortante sapere che la regista sia una londinese doc appassionata della Winehouse sin dalle prime esibizioni nei club.

CONFIDENZA di Daniele Luchetti
(esce il 24 aprile – durata 136 minuti)

Potremmo essere di fronte al miglior film di Daniele Luchetti dai tempi di Mio fratello è figlio unico. Che, non a caso, fu la pellicola che lanciò definitivamente un giovane Elio Germano. E adesso Germano, ormai quarantatreenne, interpreta un professore amatissimo dai suoi studenti, che però nasconde una verità drammatica e inconfessabile. Confidenza, tratto dal romanzo omonimo di Domenico Starnone, si annuncia come il nuovo manifesto del maschio di oggi, dell’individuo in fuga dalle sue debolezze che spera soltanto di essere, finalmente, smascherato. Se dovesse mantenersi in equilibrio e non scadere mai nello scandalismo radical-chic, e neppure nel kitsch soft-erotico, allora potrebbe essere uno dei “must” italiani dell’anno.

CHALLENGERS di Luca Guadagnino
(esce il 24 aprile – durata 100 minuti)

Basterebbe dire che è il prossimo film di Luca Guadagnino, per renderlo discretamente atteso, E in più, a prescindere da ciò, presenta addirittura le seguenti caratteristiche: un triangolo sentimentale patinato e bollente con sfumature queer, guidato da una Zendaya semplicemente da urlo e ambientato nell’universo sportivo, fighetto e stilosissimo, del mondo del tennis. L’impressione è che non si dovrebbero raggiungere le vette emozionali di Chiamami col tuo nome, ma il rischio serio è che potremmo divertirci molto di più. Per sottolineare il tutto, è stata scelta Maneater di Nelly Furtado come sfondo musicale del trailer…