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Dopo l’occupazione di Casa Vacante, arriva H.O.ME. Hub di Organizzazione Meticcia

quartiere Santo Stefano

Geschrieben von La Redazione il 28 April 2023

Dallo stesso gruppo che a ottobre scorso aveva occupato una palazzina in via Capo di Lucca risoprannominata Casa Vacante, arriva oggi una nuova occupazione che, a pochi giorni dal Social Housing Project in Bolognina, riporta l’attenzione sul tema della crisi abitativa.

Il nome scelto è H.O.ME. Hub di Organizzazione Meticcia e si trova in via Borgolacchi, nel quartiere Santo Stefano, case che „da ormai 6 anni sono murate e lasciate all’abbandono“.

H.O.ME. vuole „affermare – scrivono – il diritto alla casa di una composizione sociale sotto attacco e che vive una grande contraddizione: persone migranti, che lavorano a tempo determinato o indeterminato in diversi settori, con una base di reddito mensile a volte non bastevole a sostenere il costo esagerato di un affitto a Bologna, la seconda città più cara d’Italia, dettato da un meccanismo domanda-offerta in un mercato drogato dalla speculazione sulle locazioni brevi turistiche, dalla speculazione delle multinazionali dello student housing e da palazzinari inadempienti che affittano stanze fatiscenti, spesso e volentieri a soli italiani, chiedendo notevoli garanzie economiche. […] Ad ottobre con Casa Vacante abbiamo affermato il diritto di restare nella città che vogliamo abitare, vivere e nella quale vogliamo studiare, oggi affermiamo il diritto di vivere in una casa dignitosa con chi contribuisce allo sviluppo di quella che non vogliamo sia solo la città delle piattaforme, magari scaricando i bagagli ai turisti Ryanair, o dormendo fuori dal portone di un AirBnb da 300 euro a notte. Persone spesso invisibilizzate, relegate ai margini della società come vorrebbe questo governo, per far spazio ad una città-vetrina a misura di turisti ricchi e studenti facoltosi, e che, insieme a noi, hanno deciso di alzare la testa e riprendersi ciò che spetta loro. E lo facciamo insieme, in maniera meticcia, ognuno con la propria biografia ma intrecciando esperienze e percorsi di emancipazione: se ne faccia una ragione chi vorrebbe città accessibili solo a persone con lo stesso colore della pelle, magari con un ampio portafoglio nelle tasche“.