Santissima Vicky è la drag più spassosa della scuderia de La Boum. Per chi non fosse mai stat* a una serata là, può conoscerla guardando il videoclip di “Fammi sapere”, il suo primo singolo uscito durante la pandemia che ci ha fatto tornare la voglia di demolirci a una serata in un misto di commozione e sane risate. L’abbiamo incontrata ai Giardini di Porta Venezia, e appena ci salutiamo ci siamo sentit* accolt* alla Sanità.
Ciao Vicky! Piacere. Innanzi tutto, oggi che è la Festa della Repubblica, vorrei porti la fatidica domanda che pose Paola Perego ad Andreotti che Presidente della Repubblica non lo è mai stato: Santissima, quale futuro lei si augura per i bambini di oggi?
Posso stare zitta come Andreotti o devo rispondere?
Come preferisci.
Ok, sto zitta.
Santissima Vicky. Perché?
Vicky perché mia madre si chiama Vittoria e tutti la chiamano Vicky. Dato che lei è un esempio di donna che voglio incarnare travestendomi, ho pensato “quale nome migliore di Vicky?!”, che poi è il primo female role forte a cui mi viene spontaneo associarmi.
Santissima perché sono molto affascinata dalla religione cattolica, dai santini, dalle immaginette ecc. e allo stesso tempo vado contro molto di ciò che insegna la Chiesa. Sentendomi un po’ l’Anticristo, mi piace associarmi a una santa.
Da Napoli a Porta Venezia. Cosa ti ha attratto qui? E prima che hai fatto?
Allora, mi ha attratto sicuramente il cazzo, che a Napoli mancava un pochino. In realtà ci sono però spesso cazzi omofobi. Io cercavo quelli un po’ più vicini a me, più facili da acchiappare. In secondo luogo, qui a Milano mi sento un po’ a Los Angeles pur restando nello Stivale e Porta Venezia è il mio habitat naturale.
Se hai un meeting con un cazzo grosso qual è il posto migliore dove incontrarsi in Porta Venezia?
Dipende dal bagno. Se il bagno è abbastanza grande va bene ovunque. Nello specifico, in Porta Venezia, gli unici bagni che ho usato – perché poi del bar non m’interessa, è solo un contorno – sono: quello del Rainbow, del Lecco, del Red, del Memà, dello Step e via, un po’ tutti.
Quando hai scritto “Fammi Sapere” quanti gin tonic avevi bevuto? O magari eri lucidissima, fammi sapere.
Ero abbastanza ubriaca, non è che l’ho proprio scritta. L’ho detto per caso un giorno mentre ero a casa di un amico. Mentre parlavamo lui mi ha chiesto: – Teso’ senti, un porco mi ha scritto e non saprei cosa rispondere, vuoi rispondere tu con video? –
Io travestita, alle sei di mattina, ho acconsentito. Ho preso il suo telefono e ho registrato un messaggio in cui dicevo: – Ciao! Com’è il tuo cazzo? Grosso? Fammi sapere! –
Da lì ho iniziato a dirlo sempre più spesso perché mi piaceva come frase e lo dicevo facendomi riprendere dagli amici che poi creavano dei mash-up con delle musiche. Così ho iniziato a pensare a una traccia che avesse un testo un po’ più serio (lol) dato che ovviamente mi sento molto vicina al Romanticismo ottocentesco e al Dolce Stil Novo trecentesco.
C’è qualche artista da cui ti piace prendere ispirazione?
Prendo un po’ da chiunque. Se devo definire a quale immaginario mi piace ispirarmi, sicuramente Rosalia, Nathy Peluso, quindi il female rap/trap in spagnolo, e poi sicuramente tutte le cantanti napoletane neomelodiche. Le mogli dei camorristi.
Qual è la tua Real Housewife of Napoli preferita?
Solo perché mi segue, Stella Giacomini. La amo. “Il mio punto di forza sono i piedi” cit.
Aspettiamo nuovi progetti. Svelaci qualcosa di imminente CAN’T WAIT.
Il 17 giugno uscirà la mia nuova canzone: Jumanji. Non parla di cazzi ma l’odore si sente. Nessun riferimento esplicito ma è comunque nell’aria. Parla della storia d’amore con un porco che non mi desidera, che mi cattura nella giungla in Malesia e poi mi abbandona.
Quindi ti senti portatrice di messaggi politici?
Non mi sento ancora pronta per la politica, più in là vedrò di chiedere il permesso agli eredi di Franco Battiato per citare le sue canzoni.
Dammi una chiusa degna di questa intervista.
Questa è la cosa più difficile. Posso dirtelo anche tra un’oretta dopo tre spritz?
Sì, certo
Allora basta. Fine.