Thomas è un altro di quei ragazzi che ha scelto Milano come città per mettersi in gioco e approfondire le sue passioni. È arrivato da Padova a 19 anni, ora ne ha 24 e in questo periodo, sviluppando il suo gusto musicale e una certa attenzione al fashion che lo rende indubbiamente un ragazzo intrigante, è riuscito ad entrare nel giro notturno del Rocket (con la serata Alphabet di Luca Crescenzi), del Plastic e degli eventi di Toilet Paper ideati dall’accoppiata Maurizio Cattelan e Paride Vitale. Contemporaneamente brand come Gucci, Moschino, Calvin Klein, Antonio Marras e altri hanno richiesto la sua musica.
A coronare tutte queste esperienze Thomas mette a segno un altro colpo con l’uscita, il 23 febbraio 2018, del suo primo EP „Fire“ sulla Emerald & Doreen Records con tra gli altri un remix di Jerry Bouthier della Kitsuné. Tenetelo d’occhio che è pure un bel vedere!
Chi sei? Da dove vieni? Cosa fai? Perché sei qui?
Thomas Costantin, ogni volta che mi specchio mi sembra di venire dalla Luna, anche se in realtà il mio pianeta è la Terra. Sono qui perché ascolto e faccio musica e mi fa sentire ancora sulla Luna!
Raccontaci la tua giornata tipo.
A volte mi sveglio presto, a volte tardissimo! Dipende dagli impegni, tendenzialmente non sono un mattiniero, ma in questi giorni di Fashion Week la sveglia è puntata alle 8! Una volta sveglio comincio ad ascoltare una canzone dopo l’altra e piano piano si fa sera. Quando non ascolto la musica di altri, faccio la mia, dipende dall’ispirazione.
Quando, dove e come ti sei avvicinato al djing, cosa ti ha portato verso questo mondo?
La passione per la musica l’ho sempre avuta, quella del clubbing un po’ meno. Ricordo che quando i miei amici in Veneto, a 15/16 anni, andavano a ballare alla domenica pomeriggio, io lo detestavo. C’era sempre della musica che non amavo, allora ho cominciato a pensare di voler sentire la mia musica nei locali e la cosa migliore forse era comprare una consolle e cominciare a mixare nella mia camera. Così feci. Poi ho incontrato un amico che mi ha iniziato a mettere musica nel suo negozio, vendeva solo dischi di etichette indipendenti, scelta che per Padova era molto snob ma molto cool. Mi fece conoscere gli XX, gli WhoMadeWho, Cat Power… e altri. Devo tanto a quel periodo.
Chi è la tua fonte d’ispirazione notturna? E diurna? Cosa ti piace della notte e cosa ti piace del giorno?
Per la notte mi piace essere eccentrico, adoro i colori e adoro ballare. Le ispirazioni sono tante, ultimamente mentre mi preparo metto „Jeans On“ di David Dundas… mi mette molta allegria e un tocco 70’s è indispensabile per me. Di giorno sono più rigido, il giorno è fatto di responsabilità e progetti a lungo termine, a dire il vero mi piace altrettanto. L’unica cosa, a volte c’è una luce grigia che mi fa venire il mal di testa. Mi piace pensarmi come Madonna in „Express Yourself“, blazer e pantalone e passo di danza!
Cosa ti piace degli anni 70?
La libertà, i look, la musica, mettetemi T.Rex e ballo per 20 ore.
Avevo bisogno di costruirmi una vita scelta da me, i miei genitori mi sono stati di grande supporto, mi hanno ascoltato e penso non se ne siano pentiti. Nelle città piccole ci sono poche possibilità e inoltre fin da bambino ho sempre sentito un grande senso di indipendenza. È stata una delle cose più sagge che abbia mai fatto.
Dove vivi? Con chi vivi?
Vivo esattamente a metà tra Porta Romana e Cinque Giornate. Ho sempre vissuto in questo quartiere da quando sono a Milano, mi piace molto. Vivo con il mio compagno e con il nostro gatto Tigro.
Milano è più in forma che mai, puoi girare mano nella mano col tuo fidanzato e andare in giro vestito come un lampadario e nessuno ti dice nulla. Talvolta non mi piace il caos, ogni tanto vorrei aprire la finestra e sentire il mare, ma è anche per questo che esistono le vacanze. Di Padova mi manca mia madre, non la vedo mai abbastanza.
Quali sono i tuoi luoghi preferiti di Milano?
Amo il Bar Basso, incontri sempre persone interessanti. Adoro cenare al Fishbar de Milan, in Brera, consiglio il polpo croccante. Poi mi piace il mitico Lon Fon, anche se dopo anni non ho ancora assaggiato l’insalata di medusa. Non esco molto d’inverno, a meno che non debba lavorare. Se proprio devo uscire, vado a sentirmi Nicola Guiducci al sabato o alla domenica al Plastic, mi fa sentire a casa.
Milano ti ha cambiato?
Penso sia inevitabile, quando sono arrivato non conoscevo nulla di questa città, nulla di questo lavoro e nemmeno molto sulle relazioni sentimentali e lavorative. Credo di essere maturato, ho maggiori responsabilità, ma ora riesco a viverle più tranquillamente. Per il resto non sono più cresciuto in altezza, mi avevano detto che fino ai 25 si continua a crescere!
Come sei arrivato a suonare al Plastic e al Rocket?
Ho iniziato con il Rocket per caso, una sera Barbarella mi ha chiesto se avevo voglia di suonare un po’ con lei e poi abbiamo collaborato per tre intense stagioni. Mi ha insegnato molto. Una sera suonavo al Rocket ed è venuto a sentirmi Nicola Guiducci, eravamo già amici da tempo e devo essergli piaciuto poiché poco dopo abbiamo cominciato a lavorare insieme e la nostra collaborazione continua, così come la nostra amicizia.
E Nicola e Barbarella come li hai conosciuti?
Nicola l’ho conosciuto prima di trasferirmi a Milano, era fidanzato con un mio caro amico che venivo a trovare, e così parlando di musica seduti al vecchio Juke Box Hero, è nata un’amicizia. Anche Barbarella la conobbi al Plastic, poi la andavo sempre a trovare al Cabrio Pop, una volta venne ad una mia festa di compleanno a sorpresa e mi regalò un bottiglione di Vodka… chiaramente li scattó l’amore.
Penso di essere abbastanza eclettico, potrei ascoltare Bach per giorni e poi tutte le compilation di Berlino appena uscite di musica elettronica per club. Un grande segno nel cuore me l’hanno lasciato The Knife, Tristesse Contemporaine, Amy Winehouse…. Ho sempre amato tutti i generi, anche se ho una grande passione per tutte le sonorità dark, fanno molto parte della mia poetica.
A breve uscirà la tua prima produzione, ci parli di questo lavoro?
Sono molto felice, è un lavoro che ho fatto con grande dedizione, unisce una parte che è quella nuova come producer, e una parte che è quella di “ricercatore”. Oggi 23 febbraio 2018 uscirà “Fire” sotto lo pseudonimo di THO.MAS, per Emerald & Doreen Records. Due pezzi composti da me, dove all’interno ci sono sample da „Alphaville“ di Jean Luc Godard e da “Kiss of Fire” di Georgia Gibbs. E poi i remix! B-CROMA, Mangaboo (il nuovo progetto musicale creato da Giulietta Passera e Francesco Pistoi, anime rispettivamente dei The Sweet Life Society e dei Motel Connection), Jerry Bouthier della Kitsuné e Alex Ormas & Atmosphereal hanno fatto tutti un lavoro stupendo, dovete ascoltarlo assolutamente. Uscirà anche un video su cui però non posso ancora dire nulla, sarà una sorpresa!
Oltre alla musica quali sono le altre tue passioni? E i luoghi di Milano che le alimentano?
Mi piace il cinema, il Centrale in via Torino è quello che preferisco, piccolo, poco frequentato e ci arrivo a piedi.
Adoro il design, casa Fornasetti e lo Spazio Rossana Orlandi sono posti che mi piacciono da morire. Amo andare alla libreria di Corso Como, hanno una selezione unica in città.
Per ora no…
Sui social hai sempre dei vestiti bellissimi e ci dicevi che durante la Fashion Week sei molto impegnato, ti piace la moda?
Assolutamente sì, ho unito questa passione al fatto che comunque questo lavoro si fa molto anche con l’immagine, sembra essere un mix uscito bene.
Assolutamente! E senti, se non facessi il dj cosa ti piacerebbe fare nella vita?
L’avvocato.
Come mai proprio l’avvocato?
Mi sono innamorato dell’avvocato del diavolo con Keanu Reeves, lo vidi da bambino e quel fascino mi è rimasto dentro.
Qual è la cosa più pazza che hai fatto fino ad adesso?
La cosa più pazza che ho fatto è stato aspettare un mio fidanzato sotto casa per tre ore al freddo e al gelo e poi scoprire che lui non era a casa. L’amore ci rende stupidi talvolta!
Chi è il tuo eroe?
Damon Albarn.