Quanti anni sono che ascoltiamo i Godspeed You! Black Emperor? Arrivarono prima ancora di Soulseek, spacciati dall’amico ricco che a casa aveva già una connessione ISDN e persino un masterizzatore cd. Niente di clamoroso, considerando le band i cui primi dischi li recuperammo nei noleggi cd che cominciavano a spuntare in città. Di questi tempi pure quei gruppi sono ancora in giro, qualcuno andrà a sentirli, ma farà un tuffo nel passato. Coi GY!BE no, l’anomalia sta lì: è mezza vita che li ascoltiamo, eppure suonano ancora come il presente. Tipo che quando sono arrivati ci hanno detto che era il post-rock, che il rock come lo conoscevamo era morto e adesso c’era questa cosa… Che poi era rock. Tanto che del post-rock non si ricorda più nessuno, mentre i GY!BE sono ancora lì. Anzi, più vicini e concreti, persino fisicamente presenti. Come l’ultimo “Luciferian Towers”, grosso e cadente come un edificio svuotato dai progressivi sfratti dei suoi inquilini. Sa di dolore, di porte e porti chiusi, di povertà e cuori pulsanti di vendetta e complicità. Sa del presente che appare travestito da passato, ma oggi l’ISDN non ce l’ha più nessuno, cominciano persino a fabbricare computer senza nemmeno il lettore cd, non serve più l’amico ricco a spacciarti la musica, ci pensa l’app a dirti cosa ascoltare. Sono passati anni e i GY!BE tornano, restano, spingono. Saranno anche tanti anni che li ascoltiamo, noi come i texani This Will Destroy You, ma quel grido di rivolta forse non l’abbiamo ancora capito abbastanza.
Filip J Cauz
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Zero e Villa Ada – Roma incontra il Mondo ti mandano gratis al concerto di Godspeed You! Black Emperor + This Will Destroy You. Per partecipare basta mettere “mi piace” sulla pagina https://www.facebook.com/zero6roma/ e inviare un messaggio a Zero Roma specificando nel messaggio l’evento di riferimento e il proprio nome e cognome. I due vincitori (un biglietto a testa) saranno scelti tra tutti coloro che avranno partecipato entro le 12 del 4 luglio e saranno gli unici a ricevere un messaggio di risposta.
Written by Alberto Asquini