Più o meno un anno fa lessi da qualche parte un’allusione a Roma come la nuova Manchester (!) e la crew 126 di Trastevere come i nuovi Smiths (!!). Immediatamente pensai che fosse una grandissima cazzata, anche per il riferimento più o meno dissacrante che scomodava un’icona del romanticismo indie come Morrissey ma con in sottofondo un fenomeno con punti di riferimento vagamente diversi come la trap. Se il parallello suona ancora eufemistico, dopo un anno c’è da ammettere che Carl Brave e Franco sono stati effettivamente alfieri di un pop romantico romanamente folkloristico e ne hanno fatto una gran festa, insieme a Ketama, Pretty Solero, Ugo Borghetti, Asp. Di più: Carl Brave, da buon produttore quale è, nel suo recente album da solista ha ulteriormente allargato l’invito nelle sue “notti brave” a un sacco di artisti italiani e la festa ha richiamato non solo un bel po’ di pubblico, ma anche di amici. Alla base rimane la (relativa) sorpresa per cui la musica da classifica, quella che dagli scalini di Trastevere arriva al palco di Rock in Roma, può essere ancora un ambito in cui esprimersi in maniera orecchiabile, ma anche personale. E rimanendo fermi sul fatto che, classifica o no, la lovegang è una crew di campioni.
Written by Jacopo Panfili