La chitarra è di quelle che toccano le corde dell’anima come faceva John Fahey, l’impegno civile è in perfetta sintonia con il folk “urbano” di Woodie Guthrie, la capacità improvvisativa che in un attimo passa dal blues alla psichedelia, sfiorando il country e ovviamente mille sfumature di folk, ricorda quella di Ben Chasny. Marisa Anderson però è ormai in giro da oltre dieci anni e non ha più bisogno di paragoni; di strada ne ha percorsa molta, dal nord della California e poi in giro per gli States via Portland sbirciando negli anfratti più intimi dell’essere umano, suonando coi tuareg e aprendo ai GY!BE, con il suo set e il suo suono minimale e la sua sei corde allo stesso tempo fragile e dissonante. Torna a Roma con un nuovo disco, “Cloud Corner”, che la vede esordire su Thrill Jockey e non poteva che essere ospitata dal salotto raccolto e accogliente di Unplugged In Monti.
Written by Olivia Rumori