Cosa ci si trova davanti quando si va a sentire Daniele Baldelli? Prima di tutto una conoscenza enciclopedica della materia, infinita o quasi. Girano voci su una sua collezione sterminata – 65mila dischi o giù di lì – il che mette tranquillamente al riparo dal rischio di set un po’ telefonati. Prova ne sia che possiate trovarvi a ballare (sì, ballare) un disco dei Tangerine Dream portato a nuova vita. Inoltre, il suo liberatorio «Suono come cazzo mi pare (…) mettetevelo nel culo il vinile, conta quello che suoni», lo qualifica a mani basse come miglior mente del djing system mondiale. In più, questa sera lo affiancherà un pezzo (enorme) di storia del Goa: Claudio Coccoluto. A ribadire che i figli delle stelle, i figli di quell’epoca là, sono ancora più avanti di molti altri.
Written by Kyösti Vainio