“Un’operazione che non aveva né capo né coda dal punto di vista dell’estetica, ma era piuttosto un discorso a cavallo tra l’etica, la politica e la creatività”. Iniziamo col dire che l’esperienza di Agricola Cornelia S.p.A (1973-1981) è stato un qualcosa di unico nel suo genere: un tumulto vitale che nacque dall’acquisizione di alcuni terreni nella campagna attorno a Roma (Formello) e che vide andare in parallelo la coltivazione di barbabietole con la realizzazione di quadri, la tosatura delle pecore con la produzione di sculture e installazioni.
Un progetto “artistico, economico, zootecnico e agricolo”, nato con l’idea di giocare sul valore di scambio e di uso del prodotto artistico e di quello alimentare, ma che travalicò ogni confine e considerazione sotto la spinta della natura e dei suoi cicli, trovando poi un percorso più lineare – e altrettanto fecondo – quando i terreni e le abitazioni dell’Agricola si trasformarono nella Fondazione Baruchello. Una (bella) mostra per celebrare i venti anni della Fondazione (1998-2018) e la sua nuova seconda sede a Monteverde, e riscoprire un’utopia nata quasi cinquant’anni fa sulle faglie dove si scontrano ancora oggi natura e urbanizzazione, con l’arte a fare da narratore visionario.
Written by Nicola Gerundino