Una ventina d’anni fa, i teatri hanno iniziato piano piano ad aprire le loro porte alla strada e a una forma di danza che, quando è nata, nessuno avrebbe pensato potesse salire sui palchi dei teatri chiusi, quelli in cui, per entrare, bisogna pagare il biglietto prima di aver visto lo spettacolo: l’hip hop.
La Francia è capofila di questa tendenza: Farid Berki, Kader Attou, Mourad Merzouki… La lista è lunga. Bruno Beltrão e il suo Grupo de Rua, invece, vengono da un sobborgo di Rio de Janeiro. Il loro è un hip hop decostruito, ripulito da ogni stereotipo, lirico e, ovviamente, politico. Esplorando le forze conflittuali fra gli individui, infatti, Inoah evoca il nomadismo e l’emigrazione, riuscendo così in un’impresa non da poco: tenere in perfetto equilibrio impegno civico e poesia.
Written by Bruna Monaco