Cominciare con un instant-record di library music e ritrovarsi a essere la miglior espressione contemporanea della grande tradizione romana della musica per il cinema. Un caso? Non esattamente. Perché se le premesse de La Batteria erano ottime fin dai cv dei suoi componenti, quando si parla di colonne sonore e sonorizzazioni è un attimo passare da un bell’originale a una brutta copia. La forza del quartetto non sta solo nella profonda conoscenza come ascoltatori e musicisti, e neanche nell’indiscussa potenzialità di far rivivere un certo tipo di suono dei Settanta.
La differenza sta in una rilettura vivissima come quella fatta per la colonna sonora di “Amore Tossico”, nei live sempre deflagranti, in un secondo album ambizioso di 70 minuti in cui la band romana frulla con stile inconfondibile secchiate di groove prog-funk, hip hop, contaminazioni world, italo disco e psichedelia. Provate ad ascoltare “Diva” senza muovervi per tutti e sei i minuti e poi ne riparliamo.
Written by Olivia Rumori