Slemani non è per niente facile da raggiungere: si trova in Iraq, nella zona di confine con l’Iran. Oltretutto Selmani è il nome curdo per Sulaymaniyah: siamo quindi in un territorio difficile, conteso, attraversato da moltissime tensioni. Carlo Gabriele Tribbioli, che ha fatto del conflitto uno dei cavalli di battaglia della sua ricerca artistica, lavora lì da diverso tempo, dividendosi con Roma.
Proprio su quest’asse si è costruito un progetto di lungo corso che ha visto Gabriele chiamare a raccolta in Iraq amici e artisti – Manuel Scano Larrazábal, Gabriele Silli, Giacomo Sponzilli, Giulio Squillacciotti – che con lui hanno portato avanti un lavoro di indagine artistica sul campo. I risultati di questo percorso collettivo, affiancati da un progetto di Gianfranco Baruchello e da una selezione di materiali documentari e fotografici, saranno in mostra alla Fondazione a completare il ciclo di esposizioni estive iniziato con la collettiva “Not Quite Nearly Fine” a cura di Giulio Squillacciotti. La mostra sarà anche l’occasione per presentare il volume “A season in Slemani”, pubblicato da Humboldt Books.
Written by Nicola Gerundino