Che siano urlate in faccia o sussurrate come farebbe un’eroina di Shirley Jackson, accompagnate da una chitarra acustica o da possenti beat elettronici, quelle di Francesca Morello sono parole che meritano sempre attenzione. È una catarsi dell’abbandono prima che arrivi la detonazione finale. Sul palco non si mente, le verità di R.Y.F. sono inquiete, scomode, necessarie. Esplode e implode mille volte, come un fuoco d’artificio difettoso, in tutta la sua brutale bellezza. Poetica affermazione e disintegrazione in un blues che ha radici nel delta del cuore, o nella declinazione sovversiva, queer e femminista di electroclash e punk.
“Everything Burns”, nuovo album di R.Y.F. uscito a settembre su Bronson Recordings, è la prima incursione della musicista veneta (ma ormai da anni con base a Ravenna) nell’elettronica ed è un omaggio a un esplosivo periodo di ispirazione. Con la pandemia che ha costretto i musicisti a uno stop, Francesca Morello si è trovata a lavorare meno con la chitarra e maggiormente con sintetizzatori e drum machine, strumenti che ha imparato ad apprezzare grazie a nomi d’avanguardia come Moor Mother e Special Interest. Oltre ad aver composto i brani per “Tutto Brucia”, l’ultima produzione di Motus in cui la musicista è un tassello fondamentale dello spettacolo, torna live con un nuovo set vibrante e scurissimo.
Sul palco prima di lei l’avant doom pagano di Stefania Pedretti aka ?Alos, che qui non ha bisogno di presentazioni ma la cui indefessa attività live e su disco ha permesso anche a artiste più giovani come R.Y.F. di avere riferimenti solidi e una strada (più che altro un fuori pista), impervia ma già consapevolmente battuta da altre donne avventurose.
Written by Paolo Santoro & Chiara Colli