Il Colosseo di Roma è lo specchio inverso dei corvi nella Torre di Londra. Se la leggenda vuole che l’Impero Inglese continuerà a sopravvivere fin quando non voleranno via, qui invece l’Impero è finito da un pezzo e la decadenza iniziata migliaia di anni fa. Il rudere della fu arena romana è lì a ricordarlo ogni giorno con la sua statica pesantezza. I romani lo sanno bene e fanno i conti con lo stress post-traumatico ogni giorno. Per reazione, passività bradiposa e un’esagerata vitalità edonistica si alternano senza soluzione di continuità.
Noyz Narcos ha teorizzato tutto questo fin dagli esordi: ha raccontato con rime al vetriolo la decadenza accelerata come stile di vita, la monnezza elevata a stato d’arte, i giri allucinati sul G.R.A. come portali per altre dimensioni – quasi sempre comunque peggiori. Dopo un ventennio continua a non stancarsi: nel 2022 ha pubblicato “Virus”, uno dei migliori dischi rap italiani dell’anno.
Dopo il trasferimento a Milano, torna nella sua città per infuocare un palco enorme come quello del Rock In Roma. “Guardo la mia faccia distorta/Giocare a palla nella città morta […]/Il mondo oggi vuole che lo sfido/Io lo incido, spingo il tasto con il dito e mando in onda/Sperando che qualcuno prima o poi risponda.” Ci diceva nel lontano 2005 in “Non dormire”. Dopo una quindicina di anni possiamo affermare con certezza che a Noyz hanno risposto in moltissimi, con l’empatia e la fedeltà riservate ai più grandi. Saranno tutti stasera sotto il palco di Capannelle per ascoltare dal vivo, una volta di più, il Colosseo del rap italiano.
Written by Giulio Pecci