La parola chiave è paesaggio. Se si nasce in Siberia, a cavallo tra Europa e Asia, in luoghi remoti e spesso isolati, il paesaggio diventa totalizzante. Ghiacci, foreste, città che viste da fuori esprimono un freddo emotivo più straniante di quello dei ghiacciai. Misha Sultan è cresciuto in questi luoghi e non a caso la contemplazione paesaggistica è la qualità più intrigante della sua musica. Le sue produzioni inclassificabili sono il prodotto di occhi e orecchie che si muovono febbrili su generi e paesi; uno sguardo camaleontico e allenato, con la capacità di assorbire e rielaborare ciò che osserva – passionalmente prima ancora che musicalmente.
Incontriamo suoni che si aggirano con la leggerezza e circospezione di un felino tra le liane. Strumenti a fiato e percussioni tradizionali, fruscii, dinamiche libere da apparente sforzo. Ora di base in Turchia, Sultan riesce a sintetizzare una musica che sembra generarsi direttamente dalla sua mente e allo stesso tempo riunire area mediterranea ed asiatica. Un live da non perdere in quel del Fanfulla.
Written by Giulio Pecci