Con “Uno sguardo dal ponte” di Arthur Miller, Massimo Popolizio, in qualità di regista e attore, porta sul palco dell’Argentina lo spettacolo simbolo del mondo italo-americano dei primi anni Cinquanta. Brooklyn è il quartiere in cui si susseguono le vicende della famiglia siciliana dei Carbone, cariche di gelosia, ossessione, violenza, tradimento.

La storia viene raccontata in una lunga analessi, dopo che tutto è già accaduto: quando Eddie Carbone, interpretato dallo stesso Popolizio, entra in scena, il pubblico sa che morirà e ciò permette di immergersi con ancora più tensione nel resoconto di una passione terribile, che logora
i principi morali e i vincoli affettivi della famiglia.

Le memorie dei Carbone riprendono vita grazie a un cast energico, composto da Valentina Sperlì, Michele Nani, Raffaele Esposito, Lorenzo Grilli, Gaja Masciale, Felice Montervino, Marco Mavaracchio, Gabriele Brunelli. Un testo che, per il mattatore Popolizio, sembra scritto apposta per il cinema, tanto sono vivide le immagini che ne scaturiscono e tanto risulta crudo l’affresco di una famiglia dilaniata dai sentimenti più oscuri. Gli adattamenti cinematografici ci sono stati, ma “Uno sguardo dal ponte” fu pensato per il teatro ed è giusto poterne godere, ancora una volta, proprio lì.