Quando la domenica non si sa bene che cosa fare, dal cielo del niente che ci sovrasta, magari punto da un particolato brulicante di miodesopsie – aka: le mosche volanti, che altro non sono che il sintomo di una eterna e adamitica stanchezza che l’inerzia domenicale sussume in ogni cuore, anima e spirito vivente – ecco discendere l’angelica salvezza: Armonika.
Per quanto siamo pressoché sicuri che tutti sappiate che cosa sia, ci sentiamo di ribadire il semplice fatto che non sappiamo bene come definire Armonika. È la stesa di storia di sempre. Anche gli angeli non si sa bene come siano fatti: qualcuno li vede belli umanoidi, qualcun altro con decine di occhi terribili sulle ossa sporgenti delle ali e con una certa inclinazione a sparare fiammate diaboliche dagli orifizi. Ma torniamo ad Armonika.
Armonika non è un party, non è una festa, non è un incontro o una mostra o una serie di performance o dei concerti, ma tutto questo assieme. In altre parole, quello che vi abbiamo scritto tempo addietro: un varietà traumagico, un palinsesto di pazzi, una combriccola di amici che è diventata un paese come la Gran Garabagna di Michaux, di cui vi riproponiamo uno stralcio particolarmente rappresentativo in questa circostanza: «passeggiano con indolenza, seguiti dalle ancelle con tutto un assortimento di cappe di diversi colori, di cui se ne tolgono una per mettersene un’altra, per poi levarsela subito e mettersene un’altra ancora, senza una ragione apparente, con una serietà che fa scappar dal ridere».
È proprio così: un mondo al contrario dove tutto accade di domenica, dove la domenica inflette una settimana. Dove c’è una hotline per sapere il programma. Dove entri e a tutti gli effetti non hai mai ben capito che cosa ti troverai davanti. Dove c’è chi cambia cappello ogni ora e chi cambia capelli ogni minuto, chi blenda l’armonica a bocca come se fosse un sitar cosmico con la strenua convinzione di riscrivere la teoria delle stringhe – e vi convince che è possibile farlo –, chi si sposa (sul serio), chi interpreta la sfinge immobile e intenta a fare indovinelli ai passanti e ai ballerini e ai performer, chi crea pozioni d’amore e acquette lisergiche, chi apre portali nel dancefloor mentre intreccia capelli, chi fa ambient “dindondero” e danze al time-lapse.
Oltretutto questa volta è speciale: ad aprire le danze c’è la preview di una performance teatrale del ballerino Auguste Schnorr. Tale di cui non si trova notizia o informazione alcuna, che non si sa se esista con quel nome o sia un moniker o se sia l’ennesimo scherzo montato a dovere per la stampa (la frase «ad aprire le danze c’è la preview di una performance teatrale del ballerino Auguste Schnorr» ci è arrivata esattamente così, con la serietà consona al momento) ma è certo che qualcosa succederà e che sarà una performance e una preview. Chissà però se sarà Schnorr.
Vi lasciamo al solito con il programma maledetto di Armonika, al quale non riusciamo mai a togliere il graziato, altrimenti vi consigliamo la ᴴᴼᵀᴸᴵᴺᴱ 351 756 0886
Ci vediamo dalle 16:00 al COX18.
Bruno Dorella abbandona gli studi classici negli anno 90 per saltare sul treno del rock and roll. Parte coi Wolfango e con l’etichetta Bar La Muerte (1997-2012) e poi fonda i gruppi in cui ancora suona: OvO, Ronin e Bachi Da Pietra. In seguito entra nei Sigillum S, fonda altri gruppi tra cui Tiresia, GDG Modern Trio, Jack Cannon. Attivo anche in orchestre e come autore di musiche per cinema, teatro e danza, sfama la sua pantagruelica curiosità musicale con i dj set.
𝑶𝒓𝒓𝒆𝒆 & 𝑬𝒒𝒖𝒐𝒉𝒎 Live Jam
Graft è una nuova label che attraversa confini musicali legati alla storia dei soundsysyem, atmosfere fumose, bassi avvolgenti e percussioni vibranti.
Orree e Equohm ritornano in Cox18 per presentare l’uscita GRAFT02, distribuita da RWDFWD di Bristol o a mano con il miglior spirito del DIY.
Dancefloor edits, lenti, sudati e sinceri. Finalmente di ritorno alla consolle…
Ambient selecta dindondero per inaugurare la festa.
Seleziona musica d’ascolto di impronta dub, stranezze disco, psichedelia e ritmi per danze rallentate.
Cuore pulsante della surf band Wave Electric, guitar hero e animale notturno, seleziona beat caldi, dubby techno e disco hit.
Surprise, surpriiiiiise.
Bending sfrenati di armonica, improvvisa sul groove dei dischi suonati durante la festa.
Fondatore della compagnia Corps Citoyen, Milano Mediterranea e membro di Addict Ameba. Spirito poliedrico e ben vestito.
Coccolatrice professionista di quadrupedi e collezionista di trattorie.
Cavaliere della notte, coofondatrice di Collettivo Laagam, intreccia i suoi lunghi capelli per i vicoli più remoti del Ticinese.
Attrice e performer, formula domande, giochi e indovinelli
tra l’ingresso e il dancefloor.
Si occupa di accogliere i partecipanti al rituale traumagico.
Creatrice di ambienti mistici, costumi lucenti e atmosfere di altri mondi.
Crea pozioni, filtri d’amore e sfizi culinari per trasformare
la festa in un banchetto fantastico.
Written by Giacomo Prudenzio