È un trio che si muove tra composizioni originali, standards e improvvisazione libera quello che oggi pomeriggio si esibirà sul palco della Casa del Jazz. A guidarlo una nostra vecchia conoscenza, quel Uri Caine, pianista, band leader e compositore, che negli anni ha legato il suo nome alle riletture di partiture classiche che spaziano da Mozart a Mahler, fino a Wagner ed a preziose collaborazioni come quelle con John Zorn (ricordiamo fra le tante la rilettura del Book of Angels in “Moloch”, sesto capitolo della serie) e Dave Douglas.
Accanto a Zorn lo abbiamo visto già nel lontano 2007 nell’indimenticabile tre giorni del festival “Complete Masada”, ma in tempi recentissimi lo abbiamo ritrovato su questo stesso palco in duo con Paolo Fresu – un sodalizio ormai ventennale il loro – e nel quartetto The Throw di Erik Friedlander, altro “zorniano” doc, insieme a Mark Helias e Ches Smith. Accanto a lui, anche stasera, il contrabbasso di Mark Helias, già componente dei BassDrumBone, insieme a Ray Anderson e Gerry Hemingway, e del trio Open Loose, con
Tony Malaby e Tom Rainey, nonché collaboratore di Michael Moore, Mark Dresser, Anthony Braxton, Franco D’Andrea e tantissimi altri.
Alla batteria troviamo con grande piacere Joey Baron, musicista straordinario dallo stile unico e dal sorriso contagioso che ha collaborato con i musicisti più disparati, da David Bowie a Michael Jackson, ma ha soprattutto legato il suo nome per oltre un ventennio a quello di John Zorn, essendo il motore ritmico delle principali formazioni del compositore newyorkese, dai Naked City ai Masada. Di recente lo abbiamo visto per due volte nel trio di Fred Hersch con Drew Gress e nel progetto MixMonk che, come il nome suggerisce, celebrava uno dei pianisti e compositori che hanno fatto la storia del jazz, Thelonious Monk .
Written by Carlo Cimmino