Wayne Shorter è una delle grandi leggende del jazz. Scomparso poco più di due anni fa a quasi novant’anni, il sassofonista statunitense ha lasciato un segno indelebile nella storia della musica facendo parte negli anni sessanta prima dei Jazz Messengers di Art Blakey e poi del quintetto di Miles Davis, per fondare nel decennio successivo i Weather Report insieme a Joe Zawinul, proveniente anche lui dall’universo davisiano.

Risale invece al 2000 la nascita del Wayne Shorter Quartet, un quartetto dalla vita lunghissima che vedeva accanto a Shorter il pianoforte di Danilo Pérez, il contrabbasso di John Patitucci e la batteria di Brian Blade. Dopo la morte del band leader, i tre lo hanno voluto celebrare continuando a mantenerne in vita l’eredità con il progetto “Legacy of Wayne Shorter”, un vero e proprio tributo alle composizioni di Wayne Shorter che vengono da loro reinterpretate.

Ad accompagnarli in questo viaggio nella memoria hanno di volta in volta chiamato al loro fianco alcuni dei principali sassofonisti della scena jazz, da Chris Potter a Mark Turner. Per le date del tour europeo in corso è ora il turno di Ravi Coltrane che, figlio di John e Alice Coltrane, di pesanti eredità è di certo un esperto.