Una mostra collettiva che prende ispirazione da un testo di Aurelio Agostino d’Ippona, “De fide rerum invisibilium”: un invito allo spettatore a rinunciare allo sguardo compiendo un atto di fede, abitando il non sapere, facendo esperienza di un mistero che non si risolve ma si attraversa. Con lavori di Giulia Apice, Ruth Beraha, Desirè D’Angelo e Chiara Russo. A cura di Giulia Tornesello.
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