In un mondo che ormai vede anche la settima arte muoversi al di fuori dei raccordi autostradali, verso i mega centri commerciali che possono ospitare mega sale col mega audio e il mega schermo (e conseguente mega traffico), ci sono forme di resistenza che fanno respirare e danno spazio a pellicole che nessun sala tradizionale proietterebbe. Sono cinema i d’essai e i cineclub, pronti a sfamare la curiosità dei cinefili più incalliti che al tradizionale elenco dei film in sala non danno manco più retta. A volte fusa con la prima, a volte ben distinta, questi luoghi sono bazzicati anche da una seconda categoria pericolosissima per gli ingranaggi della catena produzione-distribuzione-consumo: i ritardatari.
Contenuto pubblicato su ZeroRoma - 2018-10-16