Inutile ribadire come Porta Venezia e tutto l’agglomerato urbano che le si sviluppa a nord sia ormai nuovo polo del buon bere e mangiare. Non mancherà molto che qualcuno inizierà a chiamare questa zona, non so, NoPoVe (North of Porta Venezia), seguendo la moda così USA di creare acronimi per i quartieri. Preambolo utile per capire che in questa zona tre giovani ragazzi amanti del Giappone hanno deciso di lanciarsi in un’avventura chiamata Kanpai. Kanpai – questo lo sanno tutti – è la maniera giapponese di brindare, e questo la dice lunga su questo nuovo locale che vuole ricordare l’izakaya del Sol Levante, ovvero le tipiche osterie dove si vendono alcolici e piatti da condividere della tradizione.
Infatti i piatti di Kanpai, preparati dalla Chef giapponese Jun (ex sous chef Gong), sono ricette tramandate di generazione in generazione con un twist contemporaneo. Come il black code marinato al miso, Tsukemono (verdure marinate allo yuzu, tipici sottoaceti della cucina giapponese), lo Shimesaba (sgombro marinato in aceto di riso) e altri piatti che di rado si trovano nei classici ristoranti giappo.
Kanpai è anche un vero paradiso per chi vuole bere bene. Al bancone del bar trovate Samuele Lissoni che prepara cocktail dal sapore orientale: come il Mortal Kombu con tequila, alga kombu, orange curaçao, zucchero liquido, succo fresco di lime, zenzero pestato, aria di mandarino, o il Nippon Bebop con bourbon al cardamomo nero, umeshu, sciroppo di eucalipto, Peychaud bitter, bitter al rabarbaro. Amplissima la scelta di sake e whiskey nipponici, come i distillati autoctoni. Non scordiamoci che il Giappone si sta aprendo con ottimi risultati anche alla produzione di gin. L’ambiente è informale ma curato nei mini dettagli, ricorda le atmosfere urbane e metropolitane e i communal table ti permettono di star qui in tranquillità fino a dopo la mezzanotte. Anche la cucina è aperta fino a tardi, per una fame chimica che prende alla sprovvista.