Il corso è (semi)pedonale. Il "campo" che si apre all’improvviso c’è. La basilica, bellissima, pure. Ti accorgi che il patron è veneziano dall’ospitalità prima ancora che dal forte accento. I tramezzini sono in vista come nei migliori bar della Serenissima (non le trappole per turisti ovviamente), quelli dove ti siedi con una fame atroce e ti alzi solo dopo averne mangiati una mezza dozzina. Belli da vedere e ancor più buoni da mangiare, quelli di Tramé non hanno nulla da invidiare ai tramezzini autentici veneziani, perché sono veneziani: pane morbido bianco o nero a doppia lievitazione e fermentazione naturale, maionese leggera fatta in casa, ripieno in trenta varianti molto abbondante e fatto di ingredienti di ottima qualità che danno al tramezzino una forma gonfia, “a sorriso”. Da accompagnare con un buon "spriseto", preparato con il Select come fanno nel capoluogo veneto, oppure con Campari, Cynar o, se proprio dovete, Aperol. Considerati anche i prezzi poco milanesi, capace che riaprono il Naviglio in via San Marco e poi sarà come essere in Laguna.