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Al Cortile

ZERO here: Beve drink sanguinari, mangia spaghetti con meat balls e pianifica il prossimo viaggio in America

Contacts

Al Cortile Via Giovenale, 7
Milano

Time

  • lunedi chiuso
  • martedi chiuso
  • mercoledi chiuso
  • giovedi 19–02
  • venerdi 19–02
  • sabato 19–02
  • domenica chiuso

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Prices

L’ex temporary bar and restaurant della scuola di cucina Food Genius Academy (FGA per gli amici) non lascia, anzi raddoppia, e diventa un locale aperto tutto l’anno. Il nuovo mood è “C’era una volta Al Cortile”, un omaggio alle ricette italiane “sbagliate” che ci hanno restituito gli americani e reinterpretate da alcuni cuochi milanesi. Il menu infatti prevede piatti (5-15 €) cult come Pizza Pepperoni di Giovanni Mineo del Panificio Davide Longoni, Spaghetti & Meatballs di Felice Lo Basso, Chicken Parmigiana di Eugenio Roncoroni di Al Mercato, Cioppino (ovvero zuppa di pesce) di Marco Ambrosino del 28 Posti e altre ricette come Caesar salad, Caprese, Fettuccine Alfredo e insomma ci siamo capiti.
I drink (5-12 €), a cura di Tucci dell’Atomic Bar, sono un omaggio all’aperitivo italiano: e così è inevitabile iniziare con un Conte Camillo (Gin, Antica Formula, Campari, Soda, Tintura al bergamotto, Scorza di limone e arancia) o con L’Italiano (Campari, Antica formula, Soda, Cetriolo, Rosmarino, Bitter creolo, Caol Ila whisky).
Tra gli spritz vi segnaliamo il Noir con tequila, Aperol, soda, sale kosher e scorza di Kaffir lime e il Trieste, che poi sarebbe lo spritz originario – non dimentichiamoci che lo spritz fu inventato per andare incontro ai soldati austroungarici che trovavano il nostro vino troppo forte -, con vino bianco, soda e Scorza di limone.
Notevole la selezione di Bloody Mary, ribattezzati “Sanguinari”, come l’Hawaiian con rum, ananas, paprika affumicata, pomodoro giallo, capperi, pepe e zenzero.
Il cortile è quello, bellissimo, di via Giovenale 7 e che vi abbiamo già descritto nella recensione delle Fonderie Milanesi; con la differenza che la zona di Al Cortile è stata impreziosita dalla scritta Little Italy e da altri rimandi all’immigrazione italiana in America. Ma vale la pena anche sedersi all’interno, dove sbirciare i giovani cuochi («tutti ex studenti» mi raccontano), dare un’occhiata ai lavori in corso per la nuova scuola e fantasticare sul prossimo viaggio a New York, o magari a San Francisco.
Ingresso con tessera (5 €).