Adriano Viterbini è lontanissimo dall’essere sazio. Dopo ormai circa vent’anni di attività sulle scene italiane e internazionali, il chitarrista continua a trovare nuovi stimoli musicali e umani. Nasce così la collaborazione con la HyperJazz Records di Raffaele Costantino e l’ep di tre brani “Solitario Solidale” uscito oggi, venerdì 6 maggio. Così come il concerto di questa domenica (8 maggio) che farà vibrare il Monk assieme al musicista maliano Mamah Diabaté. “Solitario Solidale” è composto di tre brani, un originale inedito, “Trash Of Europe”, e due tributi: “The Homeless Wonderer (Tsegue’ – Maryam Guèbru)” e “Plain & Sane & Simple Melody (Ted Lucas)”, dedicati rispettivamente alla pianista etiope Emhaoy Tsegue’-Maryam Guèbrou e il rocker di Detroit Ted Lucas. Un lavoro che manifesta tutta la voglia di Viterbini di immergersi in un non-luogo geografico e musicale (blues, Africa, elettronica, Stati Uniti), in cui si affina ulteriormente la capacità di trascinare in territori indefinibili; anche grazie alla ricerca sonora, data dalla registrazione su un vecchio quattro tracce della Korg e la manipolazione di frammenti audio registrati anche con il telefono. Lo abbiamo raggiunto per farci commentare una serie di parole fondamentali nella sua vita e nella sua carriera, per comporre un glossario Viterbini che possa, solo parzialmente, definirlo. Eccolo di seguito.
AFRICA
La musica del futuro.
BLUES
Un sentimento, una poesia.
CHITARRA
L’incontro più eccitante della mia vita! Dentro questo strumento trovo sempre qualcosa di nuovo, che mi stupisce, di cui ho bisogno. Mi da il coraggio di affrontare le mie avventure.
COLLABORAZIONE
Ogni volta che ho deciso di condividere qualcosa di mio con un altro musicista, è successo sempre qualcosa di interessante! Sono per le collaborazioni, per gli incontri illuminanti.
HYPERJAZZ
Curiosità: quando penso a Hyperjazz penso a luogo dove poter imparare, scavare, sperimentare e condividere con persone curiose e interessate. Ci accomuna l’amore per la musica africana e un certo tipo di estetica.
I HATE MY VILLAGE
Un enorme errore di pronuncia. Una band gigante!
MAMAH DIABATÉ
Conobbi Mamah in tour insieme a Rokia Traorè, vederlo suonare fu una rivelazione. Il suo strumento si chiama Ngoni, è il precursore del Banjo, con un sono preistorico e contemporaneo al tempo stesso. Ho cercato di assimilare e tradurre il suo linguaggio, e riprodurlo con la mia chitarra.
ROMA
Rome sweet home! Di Roma ho sempre adorato l’ambiente underground, le grandi band noise, il rap, il blues, la musica tradizionale e l’attitudine! Ogni volta che sono in giro a suonare, e dal finestrino e vedo il cartello che indica l’ingresso a Roma, vedo casa!
SOLITARIO SOLIDALE
Tutti i giorni vado nel mio studio, suono un giorno il dobro, un giorno il mandolino o il tiple, il guitar-synth oppure provo un nuovo fuzz, registro idee e appunto riff. Sfoglio libri musicali, studio nuovi linguaggi, mi perdo in arpeggi ripetitivi e cinetici. Lo faccio perché mi fa stare bene, e se sono fortunato, qualche volta esce fuori qualcosa di buono. Sulla lavagna ho scritto qualcosa: solitario o solidale.