Andiamo al Camparino? No, è chiuso ragazzi, ve l’ho detto tante volte, stanno facendo i lavori. E via di musi lunghi, sospiri, sguardi a terra dimessi. Da giovedì 14 novembre non sarà più così: lo storico bar di Campari riapre con una veste tutta nuova, più contemporanea ma mantenendo la spirito aristocratico che lo accompagna dal 1867, anno in cui Gaspare Campari (padre di tutti noi) aprì proprio di fronte a dov’è ora il suo locale.
Una storia che va di pari passo con la città, i suoi umori, personaggi noti e meno noti – come noi – che qui si confondono al bancone per quello che è il rito (vero) dell’aperitivo. Un sorso di storia di colore rosso, shakerato, lavorato, twistato. Il Camparino ha la rara abilità di piacere a tutti. Avvocati, ballerine de La Scala, studenti, artisti, turisti e passanti. Sotto la direzione di Tommaso Cecca, i ragazzi vestiti di bianco dietro al bancone offrono una cortesia che non è mai affettata, sorrisi mai di circostanza e una qualità – in miscelazione e non solo – indiscutibile.
La recente trasformazione lega il mondo cocktail a quello food, coinvolgendo uno degli chef più in voga del territorio milanese, Davide Oldani. Tutto si trasforma, nulla si distrugge in questa nuova veste che non stravolge gli ambienti del vecchio bar di Vittorio Emanuele, ma li restituisce a Milano in una nuova forma che ci piace. Due sale che si snodano intorno al bar di passo, che continuerà a offrire ai passanti i classici come Campari Selz, Negroni, Shakerato, Lavorato Secco, accompagnati da piccoli finger home made. Il piano superiore – Sala Spiritello – è dedicato all’aperitivo, cena e after dinner. Qui Oldani propone in abbinamento ai cocktail Campari un menu incentrato su un piatto storico, in veste moderna: il pan’cott, farine integrali e lievito madre abbinato a carne, pesce, frutta, verdura, salati o dolci. Si beve anche senza prenotazione fino all’1. Al piano inferiore – Sala Gaspare Campari -, invece, si accede solo su prenotazione, un luogo più riservato per cene, eventi privati e degustazioni.
Prezzi leggermente modificati al bar di passaggio, mentre nella sala al piano di sopra i cocktail variano da 18 a 22 €, il menu degustazione a 65 €. Il bar di Milano viene restituito a Milano e ai milanesi. Tutti presenti: non importa quale sia il vostro drink preferito, qui continua a vincere quell’idea di aperitivo che, a tratti bistrattata, manipolata, capovolta, risulta insuperabile: uno, due, tre drink al bancone, qualche oliva e via. Che non ce ne vogliano i ragazzi del Camparino: arriviamo in schiera, compatti, a recuperare mesi di astinenza. Milano non ci è mai sembrata così bella.