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zero adv per Dr. Martens

Hardmetacore

La pulsione sensibile e intensa delle forme del digitale.

Written by La Redazione il 5 October 2021

Spesso si pensa al digitale come un linguaggio freddo, a tratti criptico e respingente. L’illustratrice Alessandra Vuillermin, in arte Hardmetacore, ci racconta una storia molto diversa. Una scelta di vita fatta sulla base di un colpo di fulmine, quello per la tecnologia e il vocabolario potenzialmente infinito che offre. Dove pensavamo che immaginari sensibili non potessero trovare una via, lei sta costruendo la sua strada.

“Feelings interlocking computer imagery é il sottotitolo che spesso abbino alla mia produzione, ovvero – sentimenti che intersecano immagini digitali.”

Ci racconti qualcosa di te e della tua storia? Cosa vuol dire per te il tuo lavoro?

Certo. Mi chiamo Alessandra, anche se sono conosciuta online come Hardmetacore, pseudonimo che uso oramai da più di un anno, il quale mi aiuta a dare una forma più concreta alla mia visione artistica e di produzione, quasi a fungere da alter ego digitale. Ho vissuto per diversi anni in giro per l’Europa, toccando Londra e Praga, per poi tornare fissa sia lavorativamente che nella vita personale nella mia città madre, Milano.

Ad oggi, sono molto felice di poter affermare che la mia produzione artistica coincide con il mio lavoro di tutti i giorni, essendo una libera professionista da poco più di un anno, lavoro che mi impegna quasi la totalità delle mie giornate ma che, allo stesso tempo, incarna la mia passione più grande. Non riuscirei proprio a vedermi in una dimensione che non sia questa.

Mi ha molto colpita il tuo legame con la tecnologia, il modo in cui ne parli, come uno strumento consapevole. Ci racconteresti meglio il tuo punto di vista e il modo in cui si traduce nei tuoi lavori?

La tecnologia per me significa molto di più di quello che a parole forse sono in grado di spiegare, ha sempre avuto un ruolo fondamentale nella mia vita, sopratutto a livello emotivo da che ho memoria. Prima con l’inizio della mia passione per il mondo dei videogame e tutto il l’universo Nintendo, poi crescendo in modo più consapevole come strumento di espressione.

Per quanto “umanizzante” possa suonare, per me é stato come il primo amore che non si scorda mai, con tutti gli ostacoli che ne derivano, ma sempre con un forte sentimento che accompagna questo profondo investimento che ho nel mondo della tecnologia. Feelings interlocking computer imagery é il sottotitolo che spesso abbino alla mia produzione, ovvero – sentimenti che intersecano immagini digitali – che sta proprio a rappresentare che, in ogni intervento grafico che attuo, c’é sempre una forte componente emotiva intrinseca al progetto visivo.

 

Gli scenari che crei hanno una forte componente onirica. Come sei arrivata a queste visioni? Ci parli dei tuoi soggetti?

Sia i soggetti che gli scenari che ripropongo hanno appunto una forte componente onirica, che combina una mondo un po’ grottesco, caratterizzato dall’esasperazione di alcuni tratti estetici, ad un lato invece più dolce, che tendo a rappresentare con forme fluide e una scelta di soggetti prevalentemente femminili. L’idea di creare visual che tendessero fortemente a questa dimensione surreale non é mai stato un intervento consapevole, ma spontaneo, il quale ad oggi funge da filo conduttore per gran parte della mia produzione.

Sei stata coinvolta da Dr. Martens per un nuovo progetto per la città di Milano. Di cosa si tratta? In che modo hai scelto di lavorare?

Ho avuto il piacere di essere contattata da Dr. Martens per collaborare alla campagna di lancio per la nuova collezione Audrick AW21, progetto che mi ha entusiasmato fin da subito. Il focus é stato quello di reinterpretare uno dei nuovi prodotti proposti dal brand, nel proprio stile, facendo interagire la propria visione artistica con quella del brand stesso.

Ho deciso di ricreare un ambiente dreamy-like basato su tinte magenta e ricco di dettagli, così da poter immergere completamente l’anfibio nel setting creato, facendolo interagire con alcuni dei miei character, questa volta in formato mini, i quali cercano di scalare la scarpa per poterla conquistare. In secondo piano, sulla porzione sinistra della composizione, si trova un piccolo scudo decorato con il simbolo della città di Milano, piccola reference alla città per la quale la campagna é stata pensata e realizzata.

 

Le strade e le visioni che ci si aprono davanti sono tante. Se dovessi usare le parole come una tua tavola, che immagine vorresti lasciarci?

Davanti a me sicuramente si sono aperte molte strade ultimamente e mi auguro in un futuro prossimo se ne continuino ad aprire sempre di nuove. 

Ciò che vorrei lasciare postumo ad oggi è sicuramente un augurio positivo a me e a tutte le persone che fanno parte del grande universo digitale, sentendosi parte di una porzione di questo, non sempre rappresentati. Che si possa costruire insieme una dimensione di crescita e sviluppo sociale anche nel mondo tecnologico, nel quale tutti si possano sentire equamente rappresentati ed inclusi attraverso la propria visione e produzione.