Tutti lo conoscono come Gianni del Nolo.So, un cocktail bar che ha aperto in zona nel 2017. Precisamente in via Varanini, una piccola strada che affaccia su piazza Morbegno fino a sfociare su viale Monza, dall’altro lato. Scherziamo spesso con lui sulla pronuncia corretta, chiedendoci dove posizionare l’accento. Pronuncia a parte, il Nolo.So lo si riconosce dalla saracinesca arcobaleno e dalle bandiere LGBTQI+ che sventolano al suo ingresso. Dentro è quasi un film anni 80: pareti rosa, fenicotteri, glittering ball, led al soffitto e uno staff – nonché una clientela – tra le più inclusive e colorate di NoLo.
Il suo aperitivo è leggenda, come le serate sempre movimentate, spontanee e accoglienti. Ed è proprio questo senso di casa e community che Gianni vuole imprimere ai suoi locali, e a ben vedere è quello che senza troppa fatica avviene qui. Anche dopo il lockdown, a conferma del senso di socialità che pervade questo quartiere. A due passi dal Nolo.So nasce poi nel 2019 il suo spin-off, una pizzeria che mancava in zona. Diversi tipi di impasti, prezzi ragionevoli (una margherita 5 €), e possibilità di asporto. Per fare la spola tra i due locali e non abbandonare mai NoLo.
Chi sei, cosa fai, da dove vieni?
Mi chiamo Gianni Macario Cuia e sono il proprietario di NoLo.So e di Gianni – NoLo.So Pizzeria. Nasco come cuoco, e dopo aver passato diverso tempo a lavorare per altri, nel 2017 ho fatto il passo definitivo e ho aperto un bar tutto mio, il NoLo.So. A settembre 2019, a due passi dal bar, in via Varanini 9, è nata la pizzeria.
Hai sempre abitato a NoLo?
Io abito in via Melchiorre Gioia, ma sono ormai un nolers a tutti gli effetti. Questa zona mi è sempre piaciuta tanto (già diverso tempo prima che diventasse cool). Il NoLo.So allora, era solo un bar malridotto da mettere totalmente a nuovo. Ma io ormai me n’ero già innamorato.
Come è nata l'idea di aprire Nolo.So? Ci puoi parlare di questo posto?
La mia idea era di creare un locale stile anni 80, con quel tipo di mood: le pareti rosa e blu Tiffany, i neon dei club fumosi. A parte questi riferimenti avevo anche in testa un bar dove tutti si sentissero a casa, uno spazio dove esporre (NoLo.So propone anche mostre e incontri culturali) e dove esporsi, senza distinzioni, come d’altronde è questa zona che amo tantissimo: NoLo.
Perché hai scelto NoLo?
NoLo. da sempre rappresenta il lato multiculturale di Milano. Si dice che un tempo fosse abitata solo da immigrati provenienti dal Sud, ma negli anni si è popolata di culture e stili differenti: latinoamericani, nordafricani e orientali. Un posto che ti stupisce per il suo lato umano e civile, che mantiene quel suo aspetto storico milanese, ma con la mentalità aperta di oggi.
Cosa rappresenta il Nolo.So per gli abitanti di No.Lo. e non solo? Chi sono i vostri clienti più affezionati?
Quello che rende NoLo.So il ‘place to be’, il posto dove passare a tutti i costi quando ci si trova in zona, è la sua anima colorata e ipercreativa. Puoi essere un artista emergente o affermato e metterti a parlare con chiunque, una commessa, un insegnante, una stylist, un avvocato, un dj o un organizzatore di eventi. NoLo.So è adatto a tutti e aperto a tutti. Il bar dove essere se stessi è un pregio, sempre e comunque.
Una storia di quartiere a cui sei affezionato?
Mi prendi alla sprovvista…ci vorrebbe un libro per raccontarle tutte!
Una giornata tipica qui: cosa consiglieresti di fare, vedere, mangiare, con chi parlare?
Io direi di fare un giro qui in via Varanini e nelle viette limitrofe. Dopo un giro nei negozi (suggerisco ad esempio Spazio NoLo 43 e TooMuch, per vestiti e accessori), visitare la galleria UrbanSolid, dove puoi trovare i lavori di street art più belli di Milano e le piccole gallerie qui in zona. A pranzo, ovviamente, è d’obbligo pranzare da me in Pizzeria (via Varanini 9), dove oltre alle pizze ideate da me con impasti speciali, si possono gustare insalate e piatti vegani, oltre a uno specialissimo Pani.Nolo.
Qual è l’anima di Nolo secondo te?
La sua umanità, la gente che lo popola e chi lo ha scelto dopo. Il suo lato metropolitano e allo stesso tempo tradizionale, che non si scorda delle sue origini, del suo passato.
Cosa vorresti che questo quartiere non diventasse mai?
Spero che mantenga quel suo lato “selvaggio”, e che allo stesso tempo sia sempre di moda, come altri quartieri di Milano. Amo NoLo così com’è!
Se NoLo fosse un libro, una canzone, un film.
Se fosse un film sarebbe Shortbus, il film del 2006 diretto da John Cameron Mitchell. Se fosse una canzone direi Magica Follia di Mina.