L’artista tedesco-norvegese Yngve Holen è una delle voci più interessanti sulla scena artistica internazionale. Il suo lavoro impiega i materiali e le tecnologie delle industrie odierne e del nostro ambiente quotidiano per esplorare i costanti progressi della relazione tra tecnologia e corpo umano.
Pensati per essere percepiti in movimento, Holen si appropria di parti di automobili come fari, cerchioni e fanali che vengono privati della loro funzione originaria e trasferiti nel contesto artistico.
I suoi ultimi lavori, parte della serie Rose Painting presentati in anteprima a Milano nella mostra “Rosetta (Decorazione)” ospitata nella chiesa sconsacrata di San Paolo Converso, stimolano una riflessione sulla distribuzione della ricchezza, sulla feticizzazione dell’oggetto e sul ruolo della decorazione nella contemporaneità.
Una lettura più ravvicinata delle indagini apparentemente fredde e in parte antropologiche di Holen rivela una fascinazione per la mobilità, tema che ricorre spesso nelle sue opere. Grandi cerchioni di SUV vengono prima scansionati in 3D dagli originali e poi semplificati attraverso dei software per essere realizzati in legno con frese automatiche. I cerchioni, ingranditi di quattro volte la loro dimensione originale, acquisiscono così una qualità scultorea attraverso un processo industriale. L’artista mette in discussione i linguaggi canonici della scultura riconoscendo al contempo il carattere mimetico degli oggetti di consumo, sintomo di un gusto contemporaneo diviso tra tradizione e innovazione tecnologica.
Il titolo della mostra vuole omaggiare la tradizione norvegese del rosemaling, una tecnica di pittura di motivi floreali su legno che in qualche modo rievoca i tipici elementi decorativi del territorio alpino. Si aggiunge un’ulteriore occasione di riflessione grazie all’incontro tra la mostra e la sua sede, che apre a un dialogo tra contemporaneità e rigoglio barocco per rivelare tutta l’oscurità dell’opulenza.
Scritto da Gianmaria Biancuzzi