L’Ippodromo mi ricorda sempre strambi personaggi intesiti che “spagliano” di continuo, sempre sudati e con tendenza a giocarsi tutto, pure le mogli. Oggi però, se dovessero girare il rifacimento dello storico film “Febbre da cavallo”, mi immagino qualcosa di più elegante: imprenditori che difendono il loro patrimonio, start-upper che provano a scommettere sul futuro, addicted di Luxy (il Tinder dei ricchi), influencer con 30mila follower comprati, social editor di riviste di golf o barche.
Stasera sarà ancora più divertente. Intanto non si scommetterà, ma verranno messi in mostra 13 nuovi esemplari del cavallo di Leonardo ripensati da 13 designer di fama internazionale: si spazia da Antonio Marras allo studio Analogia Project, passando per Marcelo Burlon. Quest’ultimo sarà il protagonista del party, ed è previsto anche un secret special guest (spoiler: un amico di Marcelo, ma anche di Guè Pequeno), mentre a fare da cerimoniere ci sarà Lele Sacchi.
Tutta l’iniziativa si chiama Leonardo Horse Project e celebra in questo modo i cinquecento anni dalla morte di Leonardo Da Vinci, facendo conoscere ai milanesi una delle più grandiose opere dell’artista che, cosa forse non nota a tutti, è arrivata all’Ippodromo solo nel 1999 per volontà di un americano appassionato di arte rinascimentale, che è riuscito a farla completare.
Scritto da Emanuele Zagor Treppiedi