Milo Rau è sicuramente uno dei registi e autori più controversi e ambiziosi del teatro contemporaneo europeo. Ritorna a Roma dopo “The Repetition” portando in scena la sua versione dell'”Orestea”. L’opera, ideata e realizzata a Mosul, al confine con il Kurdistan iracheno, è un dialogo sottile tra antichità e attualità, un flusso continuo di violenza e sopraffazione che ci spiega come l’orgoglio e le pulsioni umane, sia antiche che moderne, possano dissanguare e lasciare in rovina una società.
L'”Orestea” di Rau diventa quindi il pretesto per domandarsi «come porre fine alla spirale di violenza tra le fazioni della guerra civile siro-irachena e i loro alleati occidentali?». La città di Mosul, stretta nell’eterno ciclo della vendetta, rappresenta quel luogo in cui ogni decisione è sbagliata e dove non c’è una scelta giusta. «Non abbiamo bisogno di recitare una tragedia, quest’opera ci parla della realtà di Mosul» dice Mustafa Dargham, attore iracheno presente nel video. Forse questa tragedia, oggi come ieri, ci parla della realtà umana.
Scritto da Andrea Di Corrado