Un anno ricco di mostre quello dell’artista cinese Yan Pei Ming che, in occasione del duecentesimo anniversario della nascita del grande pittore Gustave Courbet, suo innegabile riferimento, è invitato in due prestigiose istituzioni francesi. Parallelamente Massimo De Carlo lo invita a esporre negli spazi della sontuosa piazza Belgioioso a Milano.
Conosciuto per i suoi immensi ritratti bicromatici, Yan-Pei Ming è uno dei maggiori artisti contemporanei. Sospeso tra pratiche appartenenti ad epoche diverse, mette gli elementi cari alla pittura al servizio dell’iconografia moderna. Diviso tra l’attualità e la tradizione della pittura storica, dà vita a scene atemporali caratterizzate da tocchi vigorosi e precisi di pennello. La sua pittura è materica, quasi espressionista. Il gesto deciso, violento ed emozionale, insieme all’uso del grande formato, sono una chiara intenzione del suo rifiuto della dimensione del privato.
Yan Pei-Ming dialoga con la tela, una performance fisica che ricorda la lotta, fisica e allo stesso tempo spirituale. Il risultato è grandioso, per la dimensione e per l’energia che trasmette. Le sue tele non si limitano a semplici icone bidimensionali alla ricerca di realismo. I suoi ritratti sono totalmente autonomi; ogni verità è cancellata dal loro volto e ogni possibilità si apre a colui che li guarda. Ming reinterpreta le icone aggiungendo all’immagine comune una dimensione inconscia che si situa tra la libertà di immaginazione e l’elaborazione psicologica. Il suo lavoro artistico intende aprire un dialogo con il visitatore sull’umanità, tema centrale delle sue ricerche, di cui i ritratti non sono altro che mezzi d’indagine.
Scritto da Chiara Di Leva