Vive e lavora a Londra e nell’Oxfordshire, ma il suo legame con Venezia è innegabile, a partire da quel cognome da antico patrizio della Serenissima. L’artista inglese Anthony Corner, a tre anni dalla sua prima esposizione in laguna, torna con una personale negli spazi di Venice Art Factory. Sono ben 100 le opere in mostra: tra grandi dipinti e piccoli lavori si crea nello spazio espositivo un vero e proprio ambiente pittorico, in cui lo spazio stesso diventa contenuto insieme all’opera, offrendo al visitatore un’esperienza immersiva e ravvicinata con l’interiorità dell’artista. Il titolo della mostra sicuramente anticipa al visitatore lo specifico contesto emotivo di cui Corner fa esperienza del suo essere artista e pittore pittore. La scelta di esporre a Venezia, spiegano gli organizzatori, non è casuale perchè qui, come nelle opere e nel loro contesto emotivo si passa rapidamente dall’oscurità alla luce.

«Venezia, illuminata dalla luce opalescente del mattino o del tramonto, vista attraverso i suoi riflessi sulla superficie calma e piatta della laguna, silenziosa in certi momenti magici della giornata, si apre a degli squarci di bellezza imprevedibili e il respiro di chi la vive si fa tranquillo armonizzandosi con tutto quanto c’è intorno». È anche la promessa di questa poetica, nella quale intere porzioni di tela vengono lasciate vuote e bianche. Dal fragore linguistico dei quadri precedenti, dove colore, parole, grafismi e materiali si condensano contaminandosi l’uno con l’altro, in uno straziante lamento che emerge dalla tela, in questa serie di ultime opere si incontra uno spazio silenzioso e la pittura diventa un sollievo dal dolore e una pausa
dalla battaglia quotidiana.

Scritto da L.R.