All’interno della vasta programmazione del Festival Luigi Nono va in scena un progetto coreografico pensato per gli spazi del palazzo Cà Corner della Regina, sede veneziana di Fondazione Prada. La danza si sviluppa sul respiro delle stanze e sull’attenzione alla manipolazione dell’aria: sede fugace di gesti presenti e passati.
Il lavoro coinvolge cittadini, performer e danzatori e vede la creazione di danze che nascono dal ricordo rivolto a oggetti cari a Luigi Nono: tredici oggetti d’affezione che lasciano emergere un gioco di risonanze dove il corpo è inteso come un infinito, fonte inesauribile di memorie, spostamenti e dettagli figurali.
Un interprete solo eseguirà una danza sul posto manipolando l’oggetto e vicino a lui una persona o un duetto eseguirà gli stessi gesti in assenza dell’oggetto, instaurando un dialogo visibile nella trasparenza dello spazio tattile, nella forza manipolativa dell’atto sensoriale.
Ogni persona o duetto, quindi, tocca l’aria con gli stessi gesti con i quali è toccato e manipolato l’oggetto accanto a sé: polpastrelli, mani e sguardi sensibilizzano il tocco alla trasparenza dell’aria, cambiando la percezione e la prospettiva del toccare. La musica di Luigi Nono e Claudio Monteverdi traccia una forma difonica dell’ascolto. Il pubblico, camminando liberamente da un’azione all’altra, da un dialogo all’altro, attraversa e incrocia lo spazio musicale e lo spazio tattile delle cose.
Scritto da Redazione Venezia